Car game Smeralda Cup....... il confronto

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XII Rally del Marocco: Un successo che rasenta l’insolenza

Settantotto vetture alla partenza, sette vetture all'arrivo, di cui cinque Citroën DS21

TRabat, giovedì 24 aprile, ore 19:30. Di minuto in minuto, settantotto equipaggi prendono il via per il dodicesimo rally internazionale del Marocco. E' sostanzialmente la replica dell'undicesima edizione, ben rivista e molto corretta: gli specialisti la giudicano quattro volte più difficile della precedente, quando soltanto un quarto degli equipaggi iscritti ha superato la linea del traguardo. Per quest'anno, i più ottimisti stimano che saranno una ventina le vetture che raggiungeranno la fine della gara, i pessimisti pensano che non ne arriverà nessuna. Il percorso, lungo più di quattromila chilometri, è diviso in due tappe con dieci prove speciali a cronometro su milletrecento chilometri, disputate principalmente sulle terribili piste del sud. Per i superstiti, tra le due tappe, è prevista una breve pausa di una nottata a Marrakech. Il principe ereditario del Marocco, dall'alto dei suoi dieci anni d'età, ha dato il via alla gara. Da Rabat, attraverso le regioni boscose e montagnose di Oulmès, i concorrenti hanno raggiunto l'est del Marocco, passando da Fès e Meknès. Una piccola incursione nella zona accidentata di Rif e poi l'inizio del percorso più duro, dopo l'anello di Chikker, verso sud, nel Medio Atlante. A Missour -partenza del terzo settore a cronometro di centoventicinque chilometri di piste- non restano che cinquantacinque concorrenti e le vere difficoltà sono solo iniziate: è stato coperto soltanto un quarto del percorso complessivo.

Verrier attacca

Tra Missour e Erfoud la pista opera una selezione impietosa: altri trentadue concorrenti abbandonano. In questo settore Guy Verrier (DS21) lancia una prima offensiva e realizza il miglior tempo davanti a Nicolas e Roure, i vincitori dell'anno precedente che mantengono la testa della classifica generale sulla loro Renault R8 Gordini prototipo, tallonati dalle cinque DS21 schierate da Citroën: Neyret-Terramorsi (gruppo 6), Consten-Todt (gruppo 6), Verrier-Murac (gruppo 5), Ogier-Veron (gruppo 1) e Vanson-Joly (gruppo 6), oltre agli indipendenti Terminarias padre e figlio su DS21 di serie che occupano un validissimo settimo posto.

 
Un tunnel di polvere

Qualche chilometro di strada buona e via col quinto settore a cronometro tra Rissani e Zagora, duecentrotrenatasei chilometri di piste attraverso la valle di Draa, uno dei luoghi più belli del Marocco. Peccato che i piloti non possano ammirarlo poiché il tunnel di polvere sollevato dalle vetture sulla pista è tale da oscurare strada e paesaggio. All'arrivo del settore a cronometro, a Zagora, alcuni piloti chiederanno da quali vetture sono stati superati perché non sono riusciti neppure ad identificarle al loro passaggio. I superstiti hanno percorso milleseicento chilometri, ne restano duemilaquattrocento di cui seicento su piste. Le vetture-scopa superano uno ad uno i concorrenti fermi al bordo della pista e registrano undici nuovi abbandoni.

Ventuno vetture a Marrakech

Il parco chiuso di Marrakech, termine della prima tappa, è dimensionato per accogliere sessanta e più veicoli ma non ospita che ventuno vetture, le auto ripartiranno l'indomani mattina per la seconda tappa. La classifica non è cambiata: dietro alle sette vetture di testa (la Gordini di Roure e le sei DS21) si trovano tre Opel Commodore, tre Fiat 125, due Peugeot, una Volvo, due R16TS, una Simca, una Porsche, una Datsun ed una BMW. La tappa più lunga comincia con la salita del Tizi n'Test: quaranta chilometri di pista e ventotto di catrame. Nicolas si aggiudica il miglior tempo, ma le sei DS21 raggruppate dietro in perfette condizioni, si fanno sempre più minacciose.

 
La pista infernale

Al totale, si sono aggiunti altri cinquecento chilometri e la fatica colpisce i piloti superstiti alla partenza del settore a cronometro più lungo: duecentosessantasei chilometri su una pista assurda, tagliata qua e la da pietre affilate avranno ragione dei pneumatici e dei cerchi più resistenti, tracciata attraverso banchi di sabbia, buche profonde, letti di torrenti prosciugati dal sole accecante. Questa pista riunisce in se tutte le difficoltà della Londra-Sidney o di un East-African Safari. I giornalisti che seguono la corsa non devono cercare la strada: la rotta è punteggiata dai più diversi pezzi di ogni sorta di modello d'automobile, di ogni marca: cerchi deformati, intere ruote perse dalle auto, parafanghi ammaccati, protezioni di ogni forma, ammortizzatori, un triste campionario di ferite inferte alle meccaniche da questa tappa mortifera. Un concorrente sorpreso da una buca, picchia così forte che uno dei suoi ammortizzatori posteriori passa attraverso il parafango. Folle di rabbia, continua, fin quando la buca seguente mette la parola fine alla sua partecipazione.

Le DS si scatenano

TE qui che le DS si scatenano e si assicurano la vittoria. Ogier e mademoiselle Véron con la loro DS21 di serie effettuano il miglior tempo mentre Neyret e Terramorsi prendono la testa della classifica generale; Nicolas e Roure avranno invece diverse noie meccaniche. Nella prova speciale seguente la DS21 di Verrier e Murac scala la classifica sino al secondo posto. A Ourzazate solo sei vetture arrivano nei tempi previsti: cinque DS21 e la Gordini di Nicolas-Roure. Resta ancora da percorrere un terzo del percorso di gara e gli organizzatori si interrogano ansiosi: arriverà almeno una vettura a Casablanca? A quel punto gli ufficiali di gara decideono di allungare i tempi regolamentari della tappa, autorizzando così una Volvo ed una R16 a riprendere la corsa. Nel penultimo settore a cronometro la Volvo finisce fuoristrada ed abbandona. Nicolas e Roure avranno altre difficoltà andando su tutte le furie. Più tardi, molto sportivamente, Verrier e Murac si fermeranno per aiutarli a rimettere in strada la loro vettura: per la Gordini la corsa continua ma Ogier-Véron hanno conquistato ancora una posizione. La classifica generale -che non cambierà più sino all'arrivo- è la seguente: 1° Neyret-Terramorsi (DS21 prototipo), 2° Verrier-Murac (DS21), 3° Ogier-Véron (DS21), 4° Nicolas-Roure (R8 Gordini Prototipo), 5°Vanson-Joly (DS21 Prototipo), 6° Terminarias padre e figlio (DS21), 7 Vasquez-de Pottier (R16 TS). Punto. E' tutto. Su settantotto vetture partite.

 
Passare o scassare...

-E' stato perfetto, ha commentato Neyret: traversate di torrenti in secca o in piena, enormi pietre sulla strada, buche, solchi, pezzi d'asfalto mancanti, dorsi d'asino, curve su sabbia o pietrisco. Mi è mancata una cosa soltanto: un tratto di strada ghiacciata! I giornalisti si sono divertiti a compilare delle statistiche che evidenziano le molte difficoltà della prova. Renault: diciassette vetture partite, due arrivate. Opel: undici alla partenza, zero all'arrivo. Bmw: otto alla partenza, zero all'arrivo. Peugeot: cinque alla partenza, zero all'arrivo. Porsche: cinque alla partenza, zero all'arrivo. Così come Lancia, Bmc, Ford, Glas, Simca eccetera. Ma anche: sette Citroën alla partenza e cinque all'arrivo. Una vittoria totale: prima in classifica generale, prima nei gruppi 1, 5 e 6, prima classificata per equipe e coppa dei costruttori. Una volta di più gli equipaggi iscritti da Citroën hanno stabilito la superiorità della tenuta di strada, della robustezza, delle prestazioni e della sicurezza della DS21. In questo straordinario Rally del Marocco si trattava di passare o scassare. Le cinque DS21 sono passate.